venerdì 19 giugno 2020

STOP INCENERITORE DI FUSINA I RIFIUTI non si bruciano SI RICICLANO


SABATO MATTINA 20 giugno GAZEBO INFORMATIVO raccolta firme e distribuzione materiale contro l'INCENERITORE di Fusina.
DALLE 8,30 ALLE 12,30 davanti al Municipio di Spinea, Via Roma, angolo via Pisacane.




Comunicato stampa congiunto 18 giugno 2020
Veritas, Bottacin, e il gioco delle tre carte

E’ di ieri sera la notizia che la tanto attesa Conferenza dei Servizi che avrebbe dovuto approvare definitivamente l’inceneritore di Fusina è stata improvvisamente rinviata al giorno 9 luglio.
Tutto sembra scaturire da una lettera di Ecoprogetto inviata alla Regione il 16 giugno e pubblicata ieri, nella quale il proponente del gruppo Veritas, pure riconoscendo l’integralità del progetto presentato, afferma che per il momento, in sede di autorizzazione integrata ambientale (AIA), è sufficiente il nulla osta solo per le linee L1 e L2. Cioè in sostanza si esclude per il momento la richiesta del terzo forno L3 dedicato a fanghi e percolati di discarica.  Tra l’altro proprio su questa questione è intervenuta anche Legambiente Veneto con un comunicato stampa diramato ieri a seguito dell’incontro, giudicato positivamente, con l’assessore regionale all’ambiente Bottacin.
A prima vista sembrerebbe un risultato positivo, ma le oltre 20 organizzazioni che ormai da un anno si battono contro il nuovo ecomostro non ne sono affatto convinte, anzi: “Tanto per cominciare va detto che le linee L1 e L2 vanno a costituire comunque un grande inceneritore, sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, che andrà a bruciare tra gli altri rifiuti perfettamente riciclabili, che emetterà comunque elevatissime quantità di fumi nocivi. La simulazione sulle emissioni gassose presentata da Ecorpogetto e basata sul funzionamento in contemporanea di sole due linee, dimostra infatti che per molti inquinanti ci saranno significativi superamenti dei limiti. L’incenerimento rappresenta un modello vecchio, superato che preclude la strada alla chiusura definitiva del ciclo dei rifiuti quando siamo a un passo da poter davvero raggiungere questo obiettivo. Ma oltre a ciò – proseguono gli attivisti ambientalisti – la “terza carta”, la linea L3 che dovrebbe bruciare i PFAS, non viene affatto stralciata ma solo rinviata. Ecoprogetto e Veritas infatti nella loro lettera la riconoscono come parte integrante dell’impianto, solo che secondo il cronoprogramma depositato in Regione i lavori per la sua costruzione sono previsti a partire dal 2024-25”.
Secondo il fronte ambientalista, in questo modo, Veritas tenta di aggirare il problema del superamento della soglia dei 50 Mwt (i tre forni sommano 67,9 MWt) che in base alla normativa richiede una valutazione di impatto ambientale a livello nazionale; un punto su cui pesa come un macigno il perdurante silenzio del Ministro Sergio Costa.  Poi in un secondo  momento, contando su un parere VIA già favorevole sull’intero progetto e sul solito stratagemma delle cosiddette “varianti non sostanziali”, sarà sufficiente un semplice decreto regionale per completare l’opera senza dover rifare tutta la procedura e senza la possibilità per il pubblico di intervenire.
Una soluzione questa che sembra molto gradita anche alla politica, in particolare alla Lega e al Partito Democratico, i principali fautori di questo scellerato progetto, perché con questa mossa pensano di placare le polemiche in vista delle elezioni regionali e delle comunali a Venezia. “La strumentalità e la pericolosità di questa mossa sono fin troppo chiare – dicono dai comitati – Lega e PD sono in difficoltà perché la nostra azione sta facendo dilagare la protesta. Ma è bene che si sappia che ci fermeremo solo quando il progetto di nuovo inceneritore sarà definitivamente ritirato e sarà aperto un confronto vero con tutti i comitati e le associazioni ambientaliste per mettere in campo quelle azioni che ci possono portare in breve tempo fuori dall’era delle discariche e degli inceneritori. Le furberie dei politicanti hanno il fiato corto, la mobilitazione continua, ora siamo ancora più determinati”.
Dunque, dopo la partecipazione alla grande manifestazione di domenica scorsa a Venezia, le organizzazioni della rete contro l’inceneritore rilanciano e si apprestano ad organizzare numerosi gazebo per il wekend del 20-21 giugno per raccogliere fondi a sostegno del ricorso al TAR, raccogliere firme, distribuire materiali informativi. Presidi sono previsti a Marghera Parco Catene, Mestre in Piazzetta Pellicani,  parco San Giuliano, Zelarino, Malcontenta, Mirano, Spinea, Oriago, Mira e Dolo. 

Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Laboratorio Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione APIO , Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano  


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