venerdì 15 agosto 2014

STOP ALLE FORNITURE MILITARI VERSO ISRAELE. L'ITALIA TACE

TRATTO DAL  SITO BDS  (apribile da qui)                                                                                                         ( CAMPAGNA BOICOTTAGGIO DISINVESTIMENTI SANZIONI)

Visti gli sviluppi di questi ultimi giorni e le decisioni di altri Governi dell'Unione Europea è importante che anche il presidente del consiglio Renzi e il Ministro degli Esteri Mogherini decidano per uno stop delle forniture militari italiane ad Israele. In questo blocco devono essere comprese anche le pianificate, e mai cancellate, esercitazioni congiunte previste per l'autunno in Sardegna.
Madrid ferma le armi per Israele. L’Europa è il secondo principale fornitore di armamenti e sistemi militari a Israele, preceduta solo dagli Stati Uniti
di Francesco Vignarca*
Allora sem­bre­rebbe dav­vero pos­si­bile. La richie­sta, già avan­zata dalla Rete Ita­liana per il Disarmo all’immediato scoc­care degli attac­chi su Gaza, di un embargo e uno stop delle for­ni­ture mili­tari verso Israele si può dav­vero fare. Così ci dicono le cro­na­che di que­ste ora e così ci sot­to­li­nea la deci­sione presa dal governo spa­gnolo. Il governo di Madrid ha infatti deciso di «bloc­care tem­po­ra­nea­mente», per ago­sto, le ven­dite di attrez­za­ture mili­tari a Israele, in con­se­guenza del con­flitto aperto di Gaza, con una deci­sione presa lo scorso gio­vedì in una riu­nione della com­mis­sione gover­na­tiva interministeriale.
Già qual­che giorno fa si era mosso anche il governo bri­tan­nico di Came­ron, facendo par­tire una revi­sione di tutte le licenze di espor­ta­zione armata che l’esecutivo di Sua Mae­stà Bri­tan­nica ha negli ultimi tempi con­cesso verso il governo Netanyahu.
È neces­sa­rio ricor­dare che l’Europa è il secondo prin­ci­pale for­ni­tore di arma­menti e sistemi mili­tari a Israele, pre­ce­duti solo dagli Stati Uniti. Negli ultimi dieci anni i paesi dell’Unione hanno con­cesso licenze per l’esportazione di armi e sistemi mili­tari verso Tel Aviv per un valore com­ples­sivo di oltre 2 miliardi di euro, di cui oltre 600 milioni di euro nel solo 2012. Da aggiun­gere in par­ti­co­lare per l’Italia, la pre­oc­cu­pa­zione per le pre­vi­ste, e non ancora can­cel­late nono­stante le dichia­ra­zioni della Difesa, eser­ci­ta­zioni aeree con­giunte con l’Air Force Israe­liane: prove di bom­bar­da­mento in Sar­de­gna. L’evidenza dei dati dimo­stra l’importanza di chie­dere ai Governi dell’Unione una presa di posi­zione forte, con­si­de­rando anche come dal 2002 non risul­tino (dai dati uffi­ciali) espor­ta­zione di armi verso l’Autorità Pale­sti­nese. Stiamo dun­que par­lando di una que­stione di respon­sa­bi­lità: occorre par­tire da scelte dav­vero con­crete nel cer­care di disin­ne­scare l’attuale livello di con­flitto, prima di pas­sare ad un ten­ta­tivo com­plesso di costru­zione di una solu­zione poli­tica e di pace. Una respon­sa­bi­lità mostrata anche dalla sot­to­se­gre­ta­rio agli Esteri bri­tan­nica Sayeeda Warsi che si è dimessa dal governo per un pro­fondo dis­senso verso la poli­tica su Gaza.

Alla luce delle decisioni prese dalla Spagna, che ha sospeso del tutto le forniture di armamenti, e della Gran Bretagna, che ha deciso di riconsiderare le proprie regole (e la cui sottosegretaria agli Esteri si è dimessa proprio per la gestione della crisi di Gaza), la Rete italiana per il Disarmo rinnova la propria richiesta verso il governo Renzi: fermare le forniture militari italiane ad Israele.
Israele Palestina Pace Va ricordato come il nostro paese sia il principale fornitore, a partire dall'accordo di cooperazione militare del 2005, del governo Netanyahu. Rete Disarmo fin dal principio della crisi di Gaza ha chiesto questa sospensione, stimolando nel contempo una richiesta a livello europeo con tutte le altre reti per il disarmo. L’Italia è oggi il maggiore esportatore dell’Unione europea di sistemi militari e di armi leggere verso Israele e proprio un mese fa, a raid aerei israeliani su Gaza iniziati, l'azienda Alenia Aermacchi del gruppo Finmeccanica ha inviato a primi due aerei addestratori M-346 alla Forza Aerea israeliana.

Secondo alcune interrogazioni di Sel e M5s, l’aeronautica israeliana testerà le sue armi in Sardegna
I piloti dell’aeronautica israeliana impegnati in questi giorni nell’intervento militare a Gaza saranno presto in Italia. Così denunciano alcune interrogazioni depositate nelle ultime ore alla Camera dei deputati. Secondo i documenti presentati a Montecitorio da Sel e Movimento Cinque Stelle, nelle prossime settimane è previsto un ciclo di esercitazioni degli F-15 e F-16 della Iaf — Israeli Air Force — sui cieli della Sardegna. Lo confermerebbe il "Programma esercitazioni a fuoco secondo semestre 2014” del Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo — Air Weapon Training Installation (Rssta-Awti). Al centro delle interrogazioni finisce il reparto addestrativo della nostra Aeronautica con sede a Decimomannu, vicino Cagliari. Costituito con «l’obiettivo di consentire in scenari sempre più complessi - così spiega il ministero della Difesa italiano — l’addestramento al tiro e al combattimento aereo dei piloti militari». 

di Gabriele Mombelli
Mentre si attende l’esito dell’incontro di ieri tra il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, ed una delegazione pacifista capitanata dalla Rete Italiana per il Disarmo, continua inarrestata l’offensiva di Israele a Gaza. Al rappresentante del Governo Renzi le associazioni pacifiste hanno chiesto, tra l'altro, il “blocco delle forniture armate verso la regione, in particolare al Governo di Israele di cui l'Italia è il maggior fornitore bellico nell'UE” e la sospensione della "cooperazione militare dell'Italia con Israele. Una richiesta già avanzata da tempodalla Rete Disarmo che, insieme ad altre Reti, il 16 luglio scorso ha promosso una manifestazione in numerose città italiane.  
Lo stop alla consegna e vendita di armamenti a Israele, tra i quali i jet addestratori M-346 costruiti dalla controllata Finmeccanica, Alenia Aermacchi, è una misura minima necessaria, dovuta, ma non sufficiente a determinare la fine dell’occupazione israeliana dei Territori palestinesi, di cui le politiche d’assedio e separazione della Striscia di Gaza costituiscono solo un elemento del sistema.       

#StopSupportingAbbasSecurity
Parallelamente al blocco degli armamenti verso Israele, l’Esecutivo dovrebbe rivalutare e ridefinire il supporto dell’Italia all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e, soprattutto, ai suoi apparati di sicurezza e polizia.
Secondo un documento della Difesa, gli F-15 e gli F-16 dell'Israeli Air Force sono attesi al poligono di Capo Frasca (Oristano): sganceranno bombe inerti da una tonnellata. La cooperazione militare tra Roma e Gerusalemme comprende la fornitura di sensori radar "Gabbiano", prodotti dalla Selex Galilelo e montati sui droni, e i cannoni navali da 76mm prodotti dalla Oto Melara: tutti armamenti utilizzati nella guerra a Gaza
di Enrico Piovesana
I cacciabombardieri israeliani voleranno presto dai cieli di Gaza a quelli della Sardegna per condurre esercitazioni di bombardamento insieme all’aviazione italiana e Nato. La notizia lanciata giorni fa dall’Unione Sarda sulla base di documenti militari ufficiali, trova conferma nelle informazioni ottenute dal IlFattoQuotidiano.it. Il “Programma esercitazioni a fuoco secondo semestre 2014″ del Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo – Air Weapon Training Installation (Rssta-Awti), datato 3 marzo 2014, prevede che gli F-15 e gli F-16 dell’Israeli Air Force vengano al poligono di Capo Frasca (Oristano) a sganciare bombe inerti da una tonnellata.


Comitato difesa ambiente e territorio per la pace

               


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