domenica 8 novembre 2009

La Regione vuole trasformare Marghera e Spinea in una pattumiera di rifiuti tossici

Cronologia dei fatti a Marghera :
La Regione Veneto
, a seguito di un errore di valutazione nel calcolo del Project Financing riguardante l’impianto di depurazione acque di Fusina (vedere: Progetto Integrato Fusina (P.i.f.) - Marghera), rischia di rimetterci 9,5 milioni di euro perché nel calcolo dei ricavi derivanti dal trattamento acque non ha tenuto conto che molte attività industriali nell’ultimo periodo hanno chiuso i battenti e quindi non possono conferire guadagni all’impianto di depurazione.

Per ovviare al mancato incasso decide di autorizzare e deliberare una variante all’inceneritore SG31 del petrolchimico destinandolo al trattamento di rifiuti tossico nocivi provenienti da tutta Italia (ora possono essere trattati solo quelli prodotti localmente) incrementando il processo di trattamento e portandolo dalle attuali 55.000 tonnellate fino a 200.000 tonnellate, e destinando contestualmente l’area attigua allo stoccaggio di 1.700.000 litri di rifiuti tossico nocivi di varia natura (la lista delle tipologie è pressoché infinita).

Inoltre per il transito dei rifiuti sono previsti circa 16.000 autobotti in più al’anno (circa 65 in più per ogni giorno lavorativo).

Come sempre accade solo in Italia, tutto l’iter del progetto si è svolto in assoluto silenzio, e non solo, per assicurarsi che non potessero trapelare notizie è stato stipulato un accordo di segretezza tra le parti (Regione Veneto S.I.F.A ed STE che è il soggetto direttamente interessato all’attuazione dell’impianto) , ciò ha fatto si che si arrivasse sino ai giorni nostri senza sapere quasi nulla di ciò che stava succedendo.

La volta precedente in cui si parlò di Patto di segretezza a Porto Marghera fummo invasi dal CVM, e non occorre ricordare quanti padri, fratelli o sorelle siano deceduti a seguito di malattie contratte durante l’utilizzo di tale sostanza.

Lo scandalo è che questo tipo di opere, proprio per la loro natura impattante a livello ambientale, sono soggette al V.I.A. (procedura di valutazione di impatto ambientale), ma i tecnici preposti a tale valutazione sono proprio dei tecnici regionali e questo comporta un evidente conflitto d’interessi ed è quindi plausibile ipotizzare che non vi saranno grossi ostacoli sulla strada del nuovo inceneritore.

Sono evidentemente compromessi tutti gli abitanti di Venezia ed entroterra, Marghera, Mestre, Campalto, Oriago, Mira Spinea e zone limitrofe. La cittadinanza si sta mobilitando per opporsi a questo progetto scellerato, e si è attivata per una petizione tramite la raccolta di firme.



A Spinea

La Regione Veneto vuole concedere la riapertura della discarica di Spinea in Via Prati a Fornase, chiusa 10 anni fa, per scaricare altre 150.000 tonnellate di rifiuti (50.000 t/anno per tre anni), questo, per consentire alla ditta ECOVENETA che gestisce l’impianto di rifarsi delle spese che dovrà sostenere per mettere in sicurezza la discarica, operazione che doveva essere fatta già al momento della chiusura, non adesso.


Non si può spacciare la messa in sicurezza del sito con una sostanziale riapertura che, in nome della ricopertura, fa arrivare nuovi rifiuti ed fa aumentare di 3,5 / 4 metri in altezza il cumulo già presente.

Inoltre il progetto non tiene conto dei vincoli ambientale e paesaggistici legati alla presenza del canale Menegon e ancor peggio degli insediamenti urbani dei Comuni di Mira e di Spinea;
va ricordato infatti che la discarica NON DOVEVA ESSERE REALIZZATA IN QUELL’AREA, perché zona vincolata ed inoltre situata a meno di 150 mt. dalle abitazioni.

Il ricarico di questi rifiuti comporterà un innalzamento della discarica e l'aumento esponenziale di peso,metterà a rischio la tenuta del fondo in betonite che, in caso di cedimento, comporterebbe il filtraggio del percolato con il grave rischio d’inquinamento delle falde acquifere, inoltre, già ora, il muro di contenimento della discarica preme sull’argine del vicino fiume, danneggiandolo e ponendo a rischio di esondazione l’intera area.

Oltre all’inquinamento prodotto dalla riapertura della discarica è da considerare quello che produrranno gli oltre 3.600 camion/anno necessari per trasportare i rifiuti nel sito e che percorreranno le nostre strade con forte impatto sulla viabilità.


Siamo alla vigilia della scadenza del V.I.A (valutazione di Impattto ambientale) che verrà rilasciata mercoledì 11, la nostra Associazione Comitato Difesa ambiente e territorio di Spinea assieme all'Associazione Grilli per Spinea città a cinque stelle ha messo in campo un'iniziativa congiunta, che vedrà impegnate le due associazioni nei sabati del 14, 21, 28 novembre e il sabato 5 dicembre in una raccolta firme contro l'apertura della discarica di Spinea e in appoggio alla raccolta firme per quella di Marghera.


I cittadini di Spinea avranno la possibilità di firmare contro la riapertura della discarica e per chi non l'ha ancora fatto di firmare anche contro la ripaertura di quella di Marghera.


Inoltre facciamo un appello a tutte le forze cittadine (associazioni, comitati, singoli cittadini, enti vari, partiti, ecc…) ad unirsi organizzare iniziative di contrasto al progetto di riapertura della discarica, con un tavolo permanente sull'ambiente.


Il primo appuntamento è fissato per


martedì 10.11.2009 alle 18.00 in via Pozzuoli n. 13

di seguito alleghiamo dei documenti in pdf per chi vuole un'informazione dettagliata sulle riaperture delle due discariche


AFFARI E RIFIUTI pdf


EMISSIONI GASSOSE FORMO SG31

1 commento:

Anonimo ha detto...

Oggi la Commissione Regionale V.I.A , nonostante il parere contrario di Spinea, Mira e Provincia di Venezia, ha dato parere favorevole alla riapertura della discarica di via Prati ad opera di Integra srl (già Ecoveneta spa).