Sala gremita alla Festa Democratica, il tardo pomeriggio di lunedì 25 luglio nell'ex cooperativa di Olmo di Borbiago,
si parla del dispositivo del Tar sulla discarica di Fornase, ma anche del futuro di un territorio tra i più penalizzati, di una zona, quella a cavallo tra i confini di Spinea e Mira, già pesantemente segnata dall'intersecarsi di una strada provinciale, un'autostrada, una linea ferroviaria e da due discariche.
Si parla della decisione del Tar di congelare la riapertura della discarica di vai Prati a Spinea, fino alla sentenza definitiva.
Al tavolo i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Spinea e di Mira, Vice sindaco Stefania Busatta e l' assessore Maurizio Barberini, l'assessore all'ambiente della Provincia Paolo Dalla Vecchia e il Consigliere regionale Bruno Pigozzo, il legale dei comuni Domenico Chinello e i consiglieri del Consorzio di Bonifica Quaresimin e Coletto.
Gli interventi che si sono succeduti dei due amministratori locali, coordinati dal consigliere provinciale Palmarini, hanno ribadito l'importanza di non abbassare la guardia e tenere ben presente che la pronuncia del Tar è una primo risultato che non sancisce ancora la chiusura definitiva della battaglia contro la riapertura del sito di Fornase.
L'avvocato Chinello ha puntualizzato che l'accoglimento di tre sugli undici elementi sui quali si basava il ricorso:- il crollo delle arginature, la distanza
dalle abitazioni e illimite esiguo di distanza dei confini degli argini dalla discarica,,- lascia spazio all'ipotesi che la sentenza definitiva possa confermare questi profili come elementi confermativi della impossibilità alla ricarica.
E' stato sottolineato da in più interventi il ruolo, sbrigativo e superficiale in negativo svolto dalla commissione VIA e quindi dalla Regione che ha avuto fretta di liquidare una questione così importante, senza entrare nel merito dell'impatto che una ricarica avrebbe avuto su un sito così già compromesso come quello della discarica di via Prati.
L'assessore Dalla Vecchia nel suo intervento ripercorrendo la vicenda fin dall'inizio ha ribadito la linea comune che ha visto alleate le amministrazioni locali, al di la degli schieramenti politici, nella difesa di una linea comune contro la riapertura. Convinto che i profili contenuti nel ricorso, in merito alle arginature, nelle more di un rischio di piene, allagamenti e relativi sversamenti nel canale che finirebbero in laguna, con conseguenze di inquinamento ambientale che non deve essere corso per nessun motivo.
Un rischio imprevedibile che una volta
avvenuto sarebbe difficilmente gestibile, anche dal punto di vista delle responsabilità penali.
Ha inoltre rilanciato la proposta della realizzazione del parco fotovoltaico come ipotesi di recupero di zona di degrado con risvolti economici sostenibili.
Il rappresentante del Consorzio di bonifica ha sottolineato la necessità che siano rispettate le distanze dagli argini e il controllo delle arginature come elemento di garanzia e ha ribadito il livello di attenzione e monitoraggio che i tecnici del Consorzio stanno mantenendo nei confronti di quel particolare sito.
Il consigliere Regionale Pigozzo ha delineato la linea tenuta dalla minoranza in consiglio regionale, che ha trovato riscontro anche in alcuni consiglieri di maggioranza.
Il portavoce del Coordinamento Comitati NO DISCARICA, Davide Morello, intervenuto nel dibattito ha fatto presente ai relatori che in questa vicenda ci sono due paradossi da considerare, quello che per mettere in sicurezza la discarica, gestita male e resa pericolosa dalla società che l'ha gestita, si debba farla riaprire dagli stessi inquinatori con la possibilità di continuare a lucrare denaro conferendovi sopra altre 150mila tonnellate di rifiuti ;
il secondo paradosso è quello relativo all'ipotesi che se la sentenza, nel 2012, bloccherà si la riapertura, ma chi può scongiurare che in un futuro prossimo la Società Integra, che magari avrà cambiato denominazione, approfitterà di altre congiunture e condizioni favorevoli per una nuova riapertura.
Ecco quindi che per togliere il fantasma di questa ipotesi bisogna assolutamente arrivare alla realizzazione del progetto di creazione del parco fotovoltaico da un mega wat, che potrebbe fornire energia elettrica alla zona limitrofa, rendendo economicamente sostenibile la messa definitiva in sicurezza, così come proposto dal coordinamento dei comitati NO Discarica.
Ad eccezione della Vice Sindaco Busatta e dell'assessore Dalla Vecchia, che hanno riconosciuto un ruolo ai comitati, nessuno dei relatori ha minimamente accennato alla grande mobilitazione di cittadini che attraverso la raccolta delle firme prima e poi con la manifestazione di consegna a Venezia il 12 aprile, le numerose assemblee e con la fiaccolata del 28 aprile, hanno dato un grosso contributo a tenere alta l'attenzione dei media e della popolazione sulla vicenda attraverso il coordinamento dei comitati NO Discarica.
Uno striscione della fiaccolata del 28 aprile
Nessuna polemica estiva, non ci interessa.
Noi per primi siamo convinti che se la vicenda, almeno fino ad ora, ha avuto un risvolto positivo, è perchè ognuno, nell'ambito dei propri ruoli, ha fatto quello che era giusto fare nell'interesse della popolazione.
Nel riconoscere al PD di Mira il merito di aver organizzato il dibattito e di aver rilanciato la necessità di tenere alta la guardia fino alla sentenza definitiva, resta il rammarico per l'occasione mancata di riconoscere il ruolo di centinaia di cittadini che si sono mobilitati assieme alle forze politiche e sono scesi in strada per difendere il loro diritto alla salute.
V.F.
L'entrata della discarica e gli striscioni del Coordinamento Comitati No discarica
Siamo un'ODV - Organizzazione di Volontariato - ambientalista, nata nel 2010 in seguito al taglio indiscriminato di 40 alberi di un'ex scuola elementare. A Spinea siamo presenti e collaboriamo con altre associazioni quali Legambiente Miranese, FiabSpinea AmicaBici e facciamo parte del Tavolo per la Pace di Spinea. info:mail:comitato.ambiente.spinea@gmail.com 377 1552252 IBAN IT73B0503436330000000004628 BPN Spinea
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