QUESTO DOCUMENTO VUOLE ESSERE UN CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE CHE IL NOSTRO COMITATO HA ELABORATO IN OCCASIONE DELLA PROSSIMA TORNATA ELETTORALE PER L'ELEZIONE DEL NUOVO SINDACO E CONSIGLIO COMUNALE
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Caro Candidato Sindaco,
a nome del Direttivo della nostra Associazione - Comitato difesa ambiente e territorio, Le inviamo in allegato pdf un documento, frutto della discussione all'interno del nostro Comitato sulle problematiche ambientali ed eventuale spunto di riflessione e di dibattito sulla città, che qualora sarà eletto, si troverà presto a dover amministrare.
Naturalmente sono tutti punti che noi consideriamo assolutamente imprescindibili e che dovranno essere affrontati da chiunque governerà la città di Spinea nei prossimi dieci anni.
Per parte nostra, attraverso il nostro Blog e pagina Facebook e con i modesti canali a nostra disposizione, inviteremo i cittadini a tener conto di questi elementi e a valutare i contenuti dei vostri programmi elettorali, al di là delle promesse elettorali.
Consapevoli che la sfida in atto, non è solo quella elettorale, ma bensì una sfida contro il tempo per salvare il territorio di Spinea, purtroppo troppe volte violato, affinché il cittadino possa considerare i vostri contributi nel merito e nel momento della scelta sia in grado di scegliere quale di voi può meglio garantire un futuro sostenibile per l'ambiente di Spinea.
Ci auguriamo che la nostra iniziativa trovi sintonia d'intenti, al di fuori degli schieramenti politici, auspicando che chiunque andrà ad amministrare Spinea sia guidato da buonsenso, amore per la città e senso del bene comune, requisiti essenziali per curare gli interessi di tutti i cittadini indistintamente.
Con questo presupposto le auguriamo buona campagna elettorale e buon lavoro poi, nell'auspicio che vinca il migliore, soprattutto anche dal punto di vista ambientalista.
per il Direttivo Comitato difesa ambiente e territorio di Spinea
Vincenzo Franzin
SPINEA
L’AMBIENTE E IL TERRITORIO COME VALORE DA DIFENDERE
CONTRIBUTI E RIFLESSIONI
Le elezioni amministrative sono
una buona occasione per discutere dei
problemi di Spinea e del suo futuro, è
un’occasione unica e la nostra Associazione ha deciso di lanciare degli stimoli
di riflessione che portino le forze politiche e i cittadini ad un dibattito su
questi temi.
Questi spunti non hanno nessuna
pretesa di essere la verità assoluta, né tanto meno che debbano essere
condivisi da tutti, sono i nostri punti di vista sulle politiche ambientali che
devono essere obbligatoriamente affrontati, per il futuro e per il bene di
Spinea.
Il Comitato difesa ambiente e
territorio in questo periodo non può essere schierato con nessuna forza
politica per Statuto e per scelta ma non rinuncia a schierarsi in difesa del
territorio e dell’ambiente, risorsa dalla quale derivano tutte le altre a
cominciare dalla salute, dal benessere che
significa futuro e pace sociale per tutti i cittadini indistintamente.
PREMESSA
Con la sua limitata superficie (poco meno di 15 kmq) il
territorio comunale, in parte ancora agricolo, si suddivide oltre alla sua
parte centrale in ben otto località o quartieri: Orgnano, Villaggio dei fiori,
Fornase, Crea, Graspo de Ua, Fossa, Rossignago, Luneo.
E’ utile ricordare che queste frazioni sono tutte, tranne una, corrispondenti a località che sono legate
all’esistenza storica di Spinea, alcune sono addirittura precedenti al borgo
stesso.
Solo
il Villaggio dei fiori è l’unico quartiere che non ha radici storiche.
Apro brevemente
una parentesi per tutti quelli che come si sono domandati perché Il Villaggio dei Fiori è stato edificato così
distante dal centro.
Si tratta di un
agglomerato di case e palazzi, distanti dal centro, creati in mezzo alla
campagna e che rappresenta il classico esempio da “manuale della speculazione edilizia” e che in urbanistica viene chiamato
col termine di edilizia finalizzata alla
“Rendita
Fondiara”.
La Rendita Fondiaria
è in pratica quel fenomeno che genera l’aumento esponenziale di valore di tutti quei
terreni situati tra il centro e
l’agglomerato del Villaggio dei Fiori, dove logicamente, pagati dalla
comunità, sono arrivati servizi, fognature,
strade, illuminazione, a tutto vantaggio dei proprietari dei terreni in
fra mezzo che ne hanno potuto usufruire.
L’epilogo
l’abbiamo visto proprio in questi ultimi venti anni, nei quali tutte le aree
satelliti al villaggio sono state edificate, per ultima quella dove attualmente
ci sono il Distretto e la Casa
di Riposo.
Tutti terreni venduti
per essere edificati a valori decuplicati, con grande gioia dei proprietari di quelle
aree, e molta soddisfazione “politica” per i risvolti elettorali che nel tempo che ciò ha
generato.
VOCAZIONE ABITATIVA RESIDENZIALE
di Spinea
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Palazzoni Comune Venezia - ex INPDAP e ATER |
Le altre frazioni, come qualcuno ha detto, per “vocazione
abitativa residenziale” di Spinea si sono via via popolate grazie ad un
PRG e sue varianti che in quei anni hanno seguito queste logiche lasciando
maglie larghe alla speculazione.
Tutto ciò ha generato una densità abitativa di oltre 1830 abitanti per kmq su una
popolazione complessiva di più di 27440 abitanti, facendo diventare Spinea, dopo Padova, la città con la densità
abitativa più alta della Regione.
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Villaggio dei Fiori - Palazzoni Comune Venezia - ex INPDAP e ATER |
Per capire questo valore assoluto
basta fare un confronto con Mirano che con una popolazione leggermente
inferiore ( 26643 abitanti) ha ben
3 volte di più di superficie cioè 45
kmq. con una densità abitativa di circa 583.88 abitanti per kmq.
Inoltre, per scelte sovra- comunali, legate alla politica, Spinea, per la sua infelice posizione
geografica è quasi completamente circondata da grandi vie di
comunicazione, quali: il Passante a ovest, dall’autostrada a sud,
mentre a nord-est e delimitato dalla linea ferroviaria che viene Castelfranco e da quella dei Bivi.
A questo punto diventa assolutamente necessario capire,
cosa possa essere utile discutere e programmare per il futuro di Spinea
in materia di ambiente.
Vale la pena ricordare che a Spinea da anni ha il triste primato del consumo del suolo.
Infatti il fenomeno del consumo del territorio, in particolare a Spinea è stato
oggetto di attenzione anche da parte della Provincia fin dal 2002, tramite uno
studio realizzato dal WWF che, con
comparazioni di dati ed esaurienti e
tabelle, ha drammaticamente denunciato il triste primato della nostra città.
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Studio del WWF e della Provincia datato 2002 |
Il
territorio di Spinea è diventato oggetto di studio quale fenomeno “in negativo”
per indicare il pessimo uso degli
strumenti urbanistici che ha riguardato il periodo dalla fine del 1800 fino
agli anni 2000, riportando dato su dato un quadro assolutamente disastroso.
La classe politica che fino a quel momento faceva finta di
non sapere (eravamo nel 2002) e si
tricerava dietro alla scarsa conoscenza da parte dell’opinione pubblica su
questi fenomeni e soprattutto non diffondeva dati precisi, ha continuato a deliberare di volta in volta con
i Piani Regolatori Generali e con le rispettive varianti, che hanno disegnato
via via la Spinea di oggi, dimostrando quindi un’incoscienza politica ingiustificabile.
Lo studio della Provincia di Venezia pubblicato e diffuso
già dal 2002 avrebbe dovuto togliere la
nostra classe politica qualsiasi alibi e ci si sarebbe dovuto quindi aspettare dagli amministratori più
consapevolezza politica e urbanistica nel progettare la Spinea del futuro.
E invece purtroppo non è stato così, i giochi erano già
stati fatti.
Questo fenomeno negativo, di record del consumo dei suoli, dati alla mano, nonostante queste denunce è
continuato, sta continuando e purtroppo continuerà anche per i prossimi anni, con
una sconsolante assoluta impotenza
politica e incapacità di arrestare
questa colata di cemento che avanza.
Il buon senso, nelle stanze della politica a Spinea, è venuto meno purtroppo anche e sopratutto in
nome di non meglio identificati “diritti edificatori acquisiti” mentre, parallelamente, gli oneri di urbanizzazione sono diventati
l’unico elemento di introito del Comune,
tanto che gli amministratori che si succedono e si succederanno a Spinea
avranno tutti, chi più chi meno questo elemento di giustificazione politica.
La scusa dei tagli dei finanziamenti centrali ai Comuni
dovuti alle politiche restrittive centrali ha fatto diventare
l’equazione DIRITTI
EDIFICATORI+ CASSE COMUNALI VUOTE = AUTORIZZAZIONE/
CONSENSI ELETTORALI una triste realtà per continuare a cementificare a Spinea - NDR (l’attuale Amministrazione Comunale di C.S.
ha ridotto i volumi nel P.A.T. di circa
il 40% rispetto a quello approvato dalla precedente Amministrazione di C.D.)
Detto questo, cercheremo
di delineare i punti principali che a nostro parere non sono più derogabili e
che vanno affrontati già da subito.
- IL PROBLEMA DELLA QUALITA’ DELL’ARIA IN GENERALE
DOVUTA AL TRAFFICO INTERNO CON PARTICOLARE
RIGUARDO A QUELLO DI ATTRAVERSAMENTO E RELATIVO PROBLEMA DELLA
SICUREZZA E DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE;
- ALLE EMISSIONI DOVUTE AL PASSANTE CHE ATTRAVERSA LA PARTE OWEST DEL
TERRITORIO COMUNALE;
- ALLE EMISSIONI DOVUTE ALL’ INCENERITORE CIMITERIALE E A
QUELLE DOVUTE ALLA DENSITA’ ABITATIVA (emissioni dei camini);
- IL PROBLEMA DELLE AREE
VERDI DEL CONSUMO DEI SUOLI;
- IL PROBLEMA DEL SOTTOSUOLO (DISCARICHE DORMIENTI) con
l’inquinamento delle falde;
- IL PROBLEMA IDROGEOLOGICO.
QUALITA’
DELL’ARIA
Come si può intuire una città complessa come Spinea, con
un’arteria (via Roma) così densamente percorsa
da automezzi (10.000 autoveicoli al giorno) che la taglia in due e circa
90 km di
strade che congiungono le otte frazioni; con il passate che passa a ridosso
della Fossa e di Via Luneo e l’autostrada e la ferrovia che la delimitano, una densità
abitativa altissima, un inceneritore cimiteriale, che serve più comuni, e che funziona tutti i giorni a pieno regime,
- non può altro che avere dei grossi problemi di qualità dell’aria derivanti direttamente da questi fattori.
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Centralina ARPAV di Spinea |
L’ultimo studio fatto dall’Arpav risale al 2010 ed è stato fatto oltre che
vicino alla Stazione e in Viale San Remo, anche con un rilevatore per il monitoraggio della Qualità dell’aria
proprio nella zona del cimitero di Via Matteotti a Fornase.
Il risultato è tutt’altro che confortante.
In particolare per le zone limitrofe al Cimitero di Via
Matteotti, i dati che si possono
rilevare nelle conclusioni evidenziano che le concentrazioni medie giornaliere
del ‘particolato’ PM10 hanno assunto
valori mediamente alti, comunque sempre superiori al valore limite,
che però (PER ASSURDO) vengono paradossalmente
considerate coerenti con le altre
tre stazioni fisse di Spinea e di altri comuni: in particolare a quelle
relative a Stazione di Spinea, Viale San
Remo, Stazione di Mestre via Lissa e Stazione di Moranzani) confermando quindi che il dato di Spinea si può definire ‘ubiquitario’ per il parametro PM10.
Una sorta di ‘mal comune mezzo gaudio’ che oltre a non tranquillizzarci
ci da il senso del paradosso burocratico e ci fa sentire odore di una grande presa
in giro istituzionale.
Non è possibile che uno studio, peraltro ormai datato (2010)
concluda attestando che i dati (tutti
fuori dei massimi ammessi per legge) debba essere considerato coerente per
analogia con altre zone altamente inquinate, e quindi in linea con la
maggioranza delle rilevazioni delle zone circostanti (inquinate).
Lo stesso si può dire degli IPA (idrocarburi Policiclici
Aromatici) che nel periodo (gen – Febb) evidenziano una certa criticità,
risultanto anche nella media di poco superiori a quelli delle altre Stazioni
fisse di Mestre e Moranzani) E’ noto
l’andamento stagionale dell’IPA e i valori sono tipici del periodo.
Il principale rischio per la salute legato agli idrocarburi
policiclici aromatici è rappresentato dalla capacità di indurre il cancro.
Stando ai dati dell’Arpav dello stesso periodo, sono
diminuite le emissioni di diossine e
furani del camino dell’impianto di cremazione rispetto ai dati del 2008 e del
2009, è fatta eccezione per il tetraclorodibenzofurano che è in ogni caso una
diossina, ma gli abitanti della frazione di Fornase sono molto preoccupati per
l’aumento del numero delle cremazioni che è aumentato e che rende costanti le
emissioni.
L’attuale Amministrazione conscia
dei livelli e dei parametri della qualità dell’aria ha intrapreso delle misure
che per quanto possano sembrare minime, sono almeno un segnale che l’interesse
per la salute pubblica è presente nelle responsabilità pubbliche e
istituzionali.
Ne è testimonianza l’adesione
della Città di Spinea al Patto dei Sindaci con l’impegno per l’energia sostenibile, per
essere in linea con il piano 20 20 20 dell’Unione Europea, per il
quale il nostro Comune si è già dotato, nell’ottobre del 2012 del PAES (Piano di azione per l’energia
sostenibile).
Il Piano contiene tutta una serie
di azioni per la riduzione dei consumi e misure da adottare per la diminuzioni
delle emissioni CO2.
L’Amministrazione Comunale ha già
iniziato a mettere in pratica quelle che sono le linee guida del messe in campo
dal Patto dei Sindaci e dall’applicazione dei contenuti del PAES.
E’ iniziata la pulizia delle
strade periodica, la mitigazione arborea (vedi Bosco dei nuovi nati e altre
piantumazioni, etc, fino all’attuazione
dello sportello energia a disposizione dei cittadini per il risparmio e l’efficientamento
delle abitazioni.
Analogalmente è iniziato quello degli edifici pubblici a
partire dalle scuole; tutte misure che sono azioni positive, ma che servono per
raggiungere degli obiettivi minimi, che per Spinea in ogni caso sono un buon
risultato.
L’avvio del Progetto CAMMINIAMO
INSIEME Pedibus per ridurre il traffico nelle zone vicino alle scuole e per
sensibilizzare sulla mobilità dolce.
Un segnale in un senso positivo
che però ancora non pone l’attenzione
sul problema dell’inceneritore cimiteriale che a nostro parere va monitorato
subito,vanno rifatte le misurazioni ed eventualmente verificata la validità dei
filtraggi , uno sforzo quindi che se non collegato anche e soprattutto alla
diminuzione del traffico automobilistico di attraversamento rischia di essere
vanificato.
Un’altra iniziativa che va nel
senso più generale di contribuire a migliorare l’ambiente e soprattutto il
territorio è stata quella intrapresa per la razionalizzazione degli stazi delle
isole ecologiche e la campagna informativa sul metodo di differenziazione dei
rifiuti e dell’uso delle nuve calotte che ha portato ad avere un aumento (78%)
di raccolta di materiali riciclabili (carta, umido, vetro) ed una diminuzione
(22%) di quella da conferire alle discariche.
Ora i cittadini che hanno
risposto in maniera generale positivamente, attendono anche un altrettanto risultato sulla diminuzione della tassa sui
RSU.
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Gruppo mi prendo cura della mia città |
Altra risorsa della citta e vera novità
introdotta da questa Amministrazione, che ne ha fatto un punto di forza per la
politica di partecipazione con il gruppo di MI PRENDO CURA DELLA MIA CITTA’ che interpreta e da attuazione al
vero concetto di interesse pubblico
come valore di INTERESSE che coinvolge, con la partecipazione diretta, i cittadini
che vogliono veramente “partecipare” nella
conservazione e nella difesa della cosa comune, un concetto propedeutico a
tutti gli aspetti sociali, soprattutto per la partecipazione in prima persona
dei cittadini sulla cosa pubblica.
Un percorso virtuoso, che parte
da una necessità essenzialmente di mancanza di risorse economiche ma che
stimola al senso civico e all’interesse per tutti i beni comuni.
IL TRAFFICO
Per quanto riguarda il problema del traffico, al quale è
legato naturalmente il dato sulla qualità dell’aria, nonostante se ne parli da anni, nessuna Amministrazione
ha avuto il coraggio di affrontarlo con soluzioni e alternative vere e concrete.
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Spinea anni 50 |
Il problema nasce da lontano e si deve addebitare solo alla inettitudine e alla mancanza di lungimiranza urbanistica degli
amministratori che si sono avvicendati, (tutti).
Per dirla tutta questi amministratori sono quelli purtroppo, che con stupidità e
ignominia, hanno autorizzato la devastazione di un’area di pregio come quella
di Villa del Majno qualche anno fa, lasciando che si potesse radere al suolo un
parco dove al posto del suo laghetto, della
montagnola c’è l’asfalto e palazzoni ed infine con oscene
abitazioni di dubbia fattezza fino a cancellarne la vista della bellissima facciata
della stessa villa settecentesca vista da via Roma.
Tutti sappiamo che Spinea è
attraversata per circa due km e mezzo, nell’asse centrale, dalla tratta dell’antica
via di comunicazione ‘Miranese’ che a Spinea prende il nome di Via Roma è che
rappresenta il vero
problema delle emissioni di particolato, in quanto è usata per raggiungere il
territorio del comune di Venezia, oltre che dal traffico interno, anche e
soprattutto, da chi viene da fuori.
Questa strada sopporta un traffico di attraversamento
giornaliero di più di 10000 veicoli che la percorrono la maggioranza delle quali per raggiungere
Mestre da Mirano e dai paesi a monte di esso e viceversa.
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Veduta dell'ex parco di Villa del Majno ora parcheggio |
L’unica soluzione possibile da sempre annunciata e mai
attuata è quella di chiuderla al traffico di attraversamento, almeno per il
tratto dal Municipio alla Chiesa di SS Vito e Modesto, costringendo con metodi dissuasori,
gli automobilisti che diretti a Mestre e
viceversa (per abitudine) attraversano l’asse di Via Roma, inducendoli, disincentivandoli, a rinunciare a
passare per il centro di Spinea, con deviazione che li portino all’esterno della
città.
In pratica, chi dalle località viciniore, usa via Roma per raggiungere Mestre e le località delle
frazioni vicine, deve essere indotto,
con deviazioni e rallentamenti interni anche con zona (30KMh) ad incanalarsi in
strade in uscita dal centro e possibilmente a scegliere altre vie alternative.
Lo scopo quindi deve essere quello di rendere ‘non conveniente’
agli ‘esterni’ l’attraversamento del
centro di Spinea, devono essere costretti
a deviare, creando i presupposti che chi
deve andare a Mestre o ritorno, vada di ‘moto proprio’ a prendere la strada
provinciale da o per il casello gratuito di Oriago, per chi viene da Mirano e
inverso se viene da Mestre e per la bretella nord (quando sarà ultimata, per
chi viene da Martellago) e per il momento
raggiungere la stazione SFMR attraverso Via Rossignago e Via Asseggiano)
e inverso.
Il tratto di Via Roma ( per esempio da via Cici alla chiesa
SS Vito Modesto) potrebbe essere così reso pedonale e ciclabile sulla pista e
interdetto a tutti i mezzi escluso gli autobus del trasporto urbano e
extraurbano, che dovranno essere obbligatoriamente a Metano, creando così una sorta di isola pedonale ZTL.
Ideale potrebbe essere un progetto che arrivi a consentire
il traffico solo agli automezzi autorizzati con specifica motivazione
(commercianti e frontisti) con la messa in funzione di telecamere per garantire
il rispetto del divieto di transito.
Per evitare ripercussioni sul
commercio interno e per non penalizzare gli esercizi della zona, tutti quelli, residenti e non, possono raggiungere il centro, qualora non
scelgono la bicicletta o l’autobus, studiare la possibilità di raggiungere il
Park di Piazza Fermi dove potranno lasciare l’auto nel Parcheggio che diventerà il punto di fermata
degli automobilisti.
IL
PASSANTE
Altro problema sempre legato
al traffico, ma questa volta non legato
alla città ma al Passante che attraversa la zona ad ovest di Spinea, specie per la zona di Via Luneo, dove crea
profondo disagio per molti aspetti legato, oltre al naturale impatto che questa
grande opera ha sulle zone che attraversa, anche per la totale mancanza delle opere
mitigatorie promesse.
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Uscita del passante alla Fossa |
Ne è compromessa la qualità dell’aria coi livelli che sono
quelli legati alla vicinanza di una strada ad alta percorrenza, ma anche la
qualità della vita, in quanto il vortice legato “all’effetto Doppler” che lo schiacciamento dell’aria crea
attraverso i veicoli che escono dal tunnel della Fossa, si traduce in rumore continuo giorno e notte.
La mancanza di barriere
fonoassorbenti non protegge la zona dal rumore, tanto che gli abitanti di quelle zone sono
soggetti 24 su 24 ad un rumore incessante e nocivo alla salute psicofisica oltre a tutti gli effetti seondari che ciò provoca sulla
salute dei cittadini della zona.
PISTE
CICLABILI E MOBILITA’ DOLCE
L’ultimazione dellla pista
ciclabile di via Roma da il senso di quello che è il nocciolo della questione,
ogni volta per approntare un cambiamento di abitudini e di mentalità ci si
scontra contro interessi forti e allora la dialettica non ha più regole.
Per anni a Spinea si sono
fatte pistine ciclabili senza capo ne coda, perché gli standard urbanistici
obbligavano a realizzarle, risultato più di 16
piste ciclabili tutte senza raccordo, troncate improvvisamente senza un
piano ben preciso.
I segnali che questa
Amministrazione ha dato tutto sommato sono
positivi e soprattutto in discontinuità con quella precedente che in
materia di mobilità sostenibile, non
aveva prodotto nessun elemento significativo, a parte il senso unico di Via
Matteotti con annessa pista ciclabile e
delle piste ciclabili legate ai piani norma, ma niente di sostanziale.
C’è da segnalare che ormai da
più di tre anni prima
Spinea Ciclabile e
poi Fiab Spinea stanno chiedendo al Comune la stesura di un piano organico
che dia continuità e cominci dagli spezzoni
e che porti a determinare un vero progetto di raccordo fra
i quartieri:
lL
BICIPLAN DI SPINEA; se
ne sente parlare, i contenuti sono ripresi anche nel PAES, ma finora l’unica
azione positiva è stata la realizzazione del tratto di Via Roma, e per il momento di progetto organico delle
piste ciclabili di Spinea non c’è ancora
neanche un disegno preliminare.
Nella prima settimana di
febbraio il Comune ha organizzato la giornata per la mobilità dolce, con
iniziative legate all’uso della biciletta, con stands informativi di alcuni
commercianti di biciclette, tra le altre
con la collaborazione di Fiab Spinea Amica Bici, un servizio di punzonatura
delle biciclette, che sono state contrassegnate con il codice fiscale del
proprietario con uno strumento adatto al fine di riconoscerle in caso di furto.
AREE VERDI E CONSUMO DEI SUOLI
Non ci vogliono grandi studi e
analisi politiche per rendersi conto che la saturazione ormai è già avvenuta, abitazioni ‘nuove’ ancora sfitte e invendute
ce ne sono (pare) oltre mille seicento a
Spinea e nonostante questo si continua a costruire.
Perché si continua ancora a
costruire? perché gli appetiti
edificatori (mascherati da diritti) sono
iper garantiti dai piani norma già approvati dalla precedente giunta di centro
destra, anche se ora grazie al Pat si potranno ridurre dei volumi edificali.
Dal punto di vista di
legittimità, ma non da quello etico, è tutto perfettamente autorizzato,
infatti non è stato fatto altro che applicare
il vecchio PRG, fatto a suo tempo da
altre giunte ( comprese quelle di centro sinistra).
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Schema del consumo dei suoli in 30 anni |
Sembra un paradosso ma è così;
Si dice che dove è passato Attila
sono rimaste le macerie,mae la natura si è ripresa la sua rivincita sull’uomo
devastatore, e sulle ceneri almeno l’erba
è potuta ricrescire.
Con il cemento è tutta un’altra
storia, dove passa il cemento non cresce più un filo d’erba, e tutto il cemento
che verrà ancora disteso nella nostra città, produrrà sempre più un effetto devastante.
Quello di stravolgimento del
paesaggio, ma non solo, anche quello più pericoloso di impermeabilizzazione del
terretorio interessato a nuove costruzioni.
Dove si perde la campagna per
fare altre lottizzazioni i cosidetti PIANI NORMA, oltre a non crescere più l’erba,
a
perderne sarà anche la qualità dell’aria per le emissioni di CO2 degli impianti
di riscaldamento.
In questo possono essere
mitigatori le azioni positive come i vari progetti di reimpianto di nuovi alberi, come
quello realizzato grazie anche alla nostra richiesta di applicazione della
legge 113/92 che obbliga i comuni a piantare un albero per ogni nuovo nato del
Comune e che l’amministrazione Comunale ha abbracciato in tot, realizzando in pochissimo tempo il Bosco dei nuovi nati.
Ora basta continuare ad
individuare zone che scarseggiano di alberature, come in particolare sono le
zone di nuova costruzione realizzate tra il 2004 e il 2009 dalla giunta di
centro destra, che non ha brillato per buona urbanistica e che ora vanno
riviste per recuperare la parte di scarsa vegetazione impiantata.
Nuove costruzioni, più cemento e
più asfalto, comporteranno nelle aree
dei Piani Norma un aumento delle superficie
impermeabilizzate al punto, come
è già successo , che l’acqua delle perturbazioni che superano la norma, non venendo
più assorbita dal terreno, potrebbe non essere completamente smaltita dalle condotte, con il grave rischio di far finire sott’acqua centinaia di ettari di città, ad ogni
perturbazione abbondante.
Per questo l’attuale
Amminitrazione ha operato una pulizia di tutte le condotte e dei tombini, con
lungimiranza e perizia, scongiurando nella passata stagione invernale 2013 di
finire sotto acqua come è successo in altri Comuni.
Nel nuovo PAT (Piano di Assetto del Territorio) approvato
da questa Amministrazione, si è dovuto considerare anche questo tipo di rischi; basta leggere le centinaia di pagine
stilate dalla società incaricata a presentare il Piano di assetto del
territorio, e in ogni zona di
trasformazione delle ATO (Aree Territoriali Omogenee) per meglio dire zone
della città per caratteristiche omogenee, sopratutto vicine ai corsi d’acqua
(quasi tutte) dove vi puo attività edificatoria, il capitolo relativo conclude con
la seguente dicitura tra le indicazioni: vere e proprie prescrizioni quasi
sempre con la previsione di mitigazioni operative come la “predisposizione
di adeguati volumi di invaso”
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Strada allagata |
Ovvero sappiamo che se cementifichiamo, togliamo terreno
assorbente e quindi aumentiamo il
rischio che le condotte non riescano a far defluire l’acqua nei canali, allora
prevediamo obbligatoriamente degli invasi, quindi si ( ci ) accollano il
rischio per conto terzi, le costruzioni si
possono edificare lo stesso, basta specificare alcune PRESCRIZIONI , tipo pulizia
valorizzazione idrografica come da allegato, predisposizioni di invasi .etc,
etc.
Il risultato è che nel consumo
del suolo per nuove edificazioni bisogna tenere conto anche delle aree adibite
ad invaso, che non posso essere piantumate e di fatto erodono superficie a
verde, in quanto non si possono utilizzare.
Se poi succede che un giorno, per un imprevisto,
una condotta ostruita, un canale non pulito etc, quella zona, andrà sotto l’acqua, allora ci
sarà sempre la possibilità di dare la colpa all’ECCEZIONALE ONDATA DI MAL TEMPO, come sta succedendo nel resto
dell’Italia.
Insomma in un territorio come quello di Spinea che naturalmente
persiste in un dosso fluviale, (ovvero derivato dal naturale accumulo nelle
epoche precedenti di depositi fluviali e che quindi risulta leggermente più
alto),ci srà l’effetto gruviera, ovvero sarà bucherellato qua e là in alcune
parti della città con la creazione di invasi, ovvero vasche artificiali di
raccolta dell’acqua scavate in ogni zona di nuova edificazione, togliendo
quindi porzioni di verde alla città e all’alberazione.
Una cosa che non è ancora stata fatta e che va assolutamente affrontata
in futuro è la mancanza di un vero e proprio Regolamento del Verde Pubblico e
Privato.
L’attuale regolamento tutt’ora in
vigore è troppo blando rispetto a quello che invece deve essere il senso di
creare l’interesse la cura per tutto quello che è vegetazione sia pubblica che
privata, unica vera risorsa che la città deve mettere in campo e che non può
permettere che sia compromessa per interessi o per scarsa cultura.
Regole ben precise che
prescrivino comportamenti dovuti a leggerezza o ignoranza e che hanno visto in
questi anni abbattere piante anche importanti, soprattutto private, senza che
l’Amministrazione potesse sanzionare questi comportamenti irresponsabili,
mancando il supporto legale.
Una sorta di norma, articolata e
precisa che sia anche e soprattutto finalizzata alla diffusione della cultura e
della conservazione degli alberi esistenti e alla difesa dall’azione dell’uomo
che troppo spesso con superficialità esegue
tagli indiscriminati o capitozzature che compromettono la vita della pianta
stessa.
Quello della caiptozzatura fatta
senza cognizione è un vero fenomeno di contaminazione e che sta flagellando le
nostre zone, ovvero gente improvvisata che esegue potature estreme, magari
imitando il vicino, senza rendersi conto del danno che provoca.
SOTTOSUOLO E
DISCARICHE DORMIENTI
Altra emergenza di Spinea sono i
regalini che ci hanno lasciato, ai loro vari livelli, anche extra comunali, i
vari amministratori politici provinciale e regionali, che si sono succeduti a
cavallo degli anni 70 fino a metà degli anni 90.
Uno di questi regalini stava
diventando di nuovo realtà e si chiama Discarica di Via Prati a Fornase che
prontamente, e questa volta in maniera positiva, grazie all’impegno dei Comitati
e delle Amministrazioni di Spinea e Mira è stato rimandato al mittente.
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Veduta aerea dell'area della discarica di Via Luneo che deve essere bonificata (linee gialle taatteggiate) |
Infatti la RIAPERTURA della Discarica di Via Prati,
grazie ad un ricorso al TAR delle Amministrazioni comunali e alla forte
pressione dei cittadini sensibilizzati dai Comitati, è stata annullata
definitivamente, almeno nelle more della delibera che la Giunta Regionale
aveva approvato.
L’altro sito, dormiente come si
usa tecnicamente definire una discarica chiusa,
è quello della discarica di Via Luneo, (gestita dal 1980 al 1986) chiusa
da anni e vera spina nel fianco per gli
abitanti della zona, ma non solo, che hanno da sempre sollecitato il Comune, la
Regione e la Provincia.
Una vera bomba ecologica che ha già seminato morti
per malattie oncologiche a chi incautamente usava quegli spazi per il gioco o
per l’hobby della pesca, ma anche a persone che abitandoci hanno respirato aria
e bevuto acque inquinate, anche se ufficialmente non è stato mai dimostrato il
nesso tra le morti avvenute e la discarica, e naturalmente non è stato
dimostrato nemmeno il contrario.
Ora il pericolo, quasi certo, è la
contaminazione della falda, come ci hanno segnalato gli abitanti della
zona, attraverso il loro portavoce, che vero testimone storico di tutto quello
che è successo dalla sua apertura alla copertura, ora chiama tutti alle loro
responsabilità.
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Mappa dei veleni sepolti nella discarica |
L’attuale Amministrazione Comunale
su delibera regionale ha stipulato un contratto con la Veritas e già nel mese di dicembre ha iniziato a predisporre il progetto di
caratterizzazione (bonifica) della ex discarica, realizzando in tutta la
circonferenza dei pozzetti con rilevatori che dovranno monitorare la discarica,
per poi analizzare e capire se la falda che passa sotto e che è interessa non
solo il nostro territorio comunale ma anche i comuni vicini, sia già inquinata,
con grave danno per tutta la comunità visto che possa interessare una vasta zona fino addirittura a
Scorzè e sappiamo tutti cosa c’è a Scorzè.
Si tratta di una discarica nella
quale sono stati sversati non solo Rifiuti Solidi Urbani, ma anche rifiuti
altamente inquinanti quali Minio, ferro idrocarburi, benzene, dicloretano
fenoli e diossina altamente inquinanti.
Da quanto testimoniano gli
abitanti il fondo non è stato isolato, perché doveva essere una discarica nella
quale non dovevano essere sversati
rifiuti industriali, e invece così non è stato, quindi lascio a tutti immaginare quale rischio
possa derivare una volta che il percolato arriva alla falda sottostante.
CONCLUSIONI
La realtà che abbiamo cercato di
dipingere non ha un quadro roseo, ma noi crediamo che non bisogna dare per
persa nessuna battaglia e nonostante tutto noi pensiamo che i cittadini di
Spinea si meritino una politica attenta
, come quella che negli ultimi anni ha avuto, ma che trovi
una modalità più coraggiosa per
trattare e difendere il territorio, che più volte è stato violato e compromesso.
Oltre a quello che l’attuale
Amministrazione sta facendo e non è poco
quello che ha messo in campo fin’ora dal punto di vista ambientale i problemi
potranno trovare risposte solo se chi governerà nei prossimi
dieci anni, continuerà nella strada della riduzione delle emissioni e della
cura della città dal punto di vista urbanistico.
Chiunque governi dovrà affrontare
oltre a tutti gli altri aspetti sociali ed economici anche quelli che
assicurino la tutela della salute dei
suoi abitanti, con il coraggio di:
- Chiudere via Roma e alleggerire il
traffico di passaggio dei veicoli/giorno per Via Roma;
- Azzerare
le nuove costruzioni;
- Predisporre una revisione
dell’impianto di emissione nell’aria dal camino dell’inceneritore
cimiteriale o mettere mano
sull’impianto di cremazione , se non si possono diminuire i ritmi di
incenerimento salme;
- Continuare con un programma di
piantumazione ragionato, soprattutto attorno alle maggiori fonti di
emissione e nelle fasce intorno alle strade ad alta frequentazione;
- Rimpinguare il numero di alberi,
soprattutto nelle zone abitative realizzate dalla precedente Giunta di Centro
Destra nei piani norma realizzati ante 2010;
- Dare incentivi per la riconversione di
alcune aree agricole, trasformando la coltivazione di mais o soia in coltivazione
arborea ai fini commerciali, con piante a cicli di 5-8 anni;
- Realizzazione di un piano per la
mobilità dolce, Biciplan di Spinea;
- Bonifica in profondità delle due
discariche dormienti, in particolare di quella di Via Luneo
- Realizzazione di un regolamento sul
Verde Pubblico e Privato, sulla scorta di quelli già in essere in altri
comuni
Direttivo Comitato difesa ambiente e territorio
- Spinea - Marzo 2014
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